2010/12/08

Koyasan

Dato che mi sono resa conto che l'ultimo post serio risale a maggio (eh, si, maggio) ho deciso di riprendere un pò il filo sulle cose fatte quest'estate.
Prima di tutto abbiamo ricevuto un pò di visite dall'Italia: a luglio Marcello, cugino di Ege, e la sua fidanzata Camilla, mentre ad agosto Mirko, collega di Ege, e Mariagrazia e Maurizio (collega di Ege e marito).
Durante la permanenza di Marcello e Camilla, per fuggire un pò dal caldo torrido di Osaka abbiamo visitato il Monte Koya (Koyasan in giapponese), guidati da Chieko, la nostra ormai più amica che insegnante di giapponese. Koyasan si trova a sud di Osaka, nella prefettura di Wakayama, ed è uno dei luoghi più sacri del Giappone. Ospita infatti il "quartier generale" della setta buddhista Shingon, fondata nel IX secolo dal monaco Kobo Daishi. Sul monte ci sono più di 100 templi e il cimitero più grande del Giappone.
La prima tappa è stata il tempio Kongobuji, costruito inizialmente da Toyotomi Hideyoshi per commemorare la morte della madre, e poi unito con un tempio vicino e riorganizzato come sede della setta Shingon.

l'esterno del Kongobuji

Sui pannelli scorrevoli delle stanze sono raffigurati i momenti principali della storia di Kobo Daishi, dal suo viaggio in Cina al ritorno in Giappone con la fondazione della setta, e altri motivi naturali molto belli. Purtroppo non era permesso fotografare i pannelli, quindi vi posso solo indicare un paio di foto trovate su internet: foto1, foto2.
Un elemento decisamente famoso di questo tempio è il giardino di pietre Banryutei, il più grande del Giappone. Le pietre vengono dalla regione Shikoku (dove Kobo Daishi è nato) e rappresentano due draghi che volano tra le nuvole.

una panoramica del giardino

Mentre nella cucina, che poteva sfamare migliaia di persone, si può vedere dove veniva cotto il riso prima dell'invenzione della cuoci-riso con musichetta incorporata. :)

impressionanti le dimensioni rispetto ad una persona!

La visita a Koyasan è proseguita verso la pagoda Konpon Daito, alta 45 metri, situata all'interno di un complesso chiamato Garan, il più importante del Koyasan.
Mentre stavamo girovagando tra i diversi edifici abbiamo avuto occasione di osservare un gruppo di monaci in preghiera. Non mi sono accorta subito di loro, ma quando si sono avvicinati e hanno iniziato a recitare mantra sono stata come ipnotizzata dalle loro voci e sono riuscita a scattare solo un paio di foto, e niente video...

la pagoda Konpon Daito


Dopo un pranzo in un ristorantino gestito da una signora piccola e curva che mi ha regalato le bacchette (di forma e legno insoliti per un ristorante, sono come quelle che si usano a Capodanno) ci siamo diretti verso il posto più affascinante del monte: Okunoin, il cimitero più grande del Giappone, che ospita il mausoleo di Kobo Daishi e più di 200.000 tombe. L'atmosfera è surreale, si cammina su un vialetto di pietra circondati da cedri secolari che impediscono quasi completamente la vista del cielo nel silenzio più completo.

tombe vecchie e nuove sono mescolate


Nella parte più nuova del cimitero si trovano dei mausolei che agli occhi di un occidentale sono un pò strani: il mausoleo della Panasonic Corporation, quello della Nissan, quello di un'azienda che opera nel settore aerospaziale (con tanto di statua di un razzo), della UCC (produce caffè e bevande), e così via. Ogni anno i dipendenti delle compagnie fanno una specie di pellegrinaggio per rendere omaggio ai fondatori e ai grandi ex della loro ditta.

Kirin Group (quelli della birra)

Panasonic Corporation

Nissan

In Giappone sulle tombe non si usa mettere fotografie di nessun genere, a differenza di quanto succede da noi. Bene, in questo cimitero c'è credo l'unico mausoleo di tutto il Giappone che ha delle fotografie, ed è ovviamente il mausoleo dell'associazione dei fotografi.


Se volete, su Picasa ho aggiunto l'album di Koyasan, quindi potete vedere un pò di altre fotografie.
Al prossimo post (un pò più rapido, spero..)!
Emi

2010/10/22

ただいまー! Tadaima!

Dopo quasi due mesi di assenza dal blog ci riaffacciamo timidamente per chiedere scusa di non avervi fatto sapere niente e per dirvi che finalmente siamo tornati.

Vi scriviamo dal nostro nuovo appartamento, approfittando della connessione Internet attivata oggi dal tecnico! Eh si, ci siamo trasferiti, abbiamo lasciato la guest house dell'università per un più piccolo ma confortevole appartamento 1LDK (equivalente a un bilocale con angolo cottura).
In verità il trasloco l'abbiamo fatto alla fine di agosto, e subito dopo aver spostato tutti gli scatoloni nella casa nuova siamo partiti alla volta dell'Italia dove abbiamo trascorso quasi un mese e mezzo, tra matrimoni, pranzi e cene con amici-parenti-colleghi, feste quinquennali e gite per i laghi.
Il primo di ottobre siamo rientrati in Giappone, con il letto Ikea che ci aspettava per essere assemblato, come tutto il resto: le prime due settimane quindi sono state dedicate ai lavori di casa, tra chiavi a brugola (ne abbiamo una discreta collezione ora :P ), cacciaviti e stracci.
Adesso che abbiamo di nuovo pieno accesso a Internet (l'iPhone è comodo ma ti spacca gli occhi..) e siamo di nuovo civilizzati :) siamo pronti a recuperare tutti i post perduti!

Restate collegati!
A presto!
equadro

(fonte: tv Osaka)

2010/08/27

Hanabi

In Giappone estate equivale a hanabi, ovvero fuochi d'artificio. In tutto il Giappone specialmente durante il mese di agosto si svolgono centinaia di natsu no matsuri (festa dell'estate) in cui si possono ammirare fuochi d'artificio.
Vicino a Osaka il primo di agosto si può ammirare lo spettacolo di fuochi d'artificio più grande del Giappone, organizzato dalla PL Kyodan (Perfect Liberty Kyodan), un movimento religioso fondato nel 1924.
Un collega di Ege, Yoshida-san (ne avete già sentito parlare qui), abita nella cittadina in questione, e per l'occasione ha invitato alcuni amici a casa sua.
Essendo lo spettacolo più grande del Giappone c'è tantissima gente, e per evitare la troppa folla siamo andati a un laghetto vicino a casa di Yoshida-san, distante circa 2 km dall'area dei fuochi. Per assicurarci una buona visuale il buon Yoshida-san ha "prenotato" il posto già di mattina (semplicemente mettendo sul prato una stuoia, che nessuno ha toccato!). Dopo un pranzo in compagnia ci siamo diretti al lago e abbiamo aspettato continuando a mangiare e bere l'inizio dello spettacolo.
Nella seconda metà del pomeriggio il parco intorno al lago si è riempito velocemente di famiglie, coppie e gruppi di amici, tutti provvisti di telo da picnic (come per l'hanami) e scorte di cibo.
Lo spettacolo è iniziato verso le 19:30-20:00 ed è durato più di un'ora. I fuochi erano molto belli, ma la cosa che ci ha colpito di più sono state le esclamazioni di stupore dei giapponesi, che per tutta la durata dello spettacolo hanno accompagnato i fuochi più spettacolari con cori di "oooooohhh!" e "aaaaaahhh!"..
Ecco un breve video, ricordatevi di alzare il volume delle casse!


Al prossimo post!
Emi

2010/06/26

Kattobaseee!

Come molti di voi sapranno, in Giappone uno degli sport più popolari è il baseball, seguito da tantissime persone e praticato credo in quasi tutte le scuole del paese.
Dato che in Italia invece il baseball è decisamente in secondo piano, quando due nostri amici ci hanno invitato ad assistere ad una partita abbiamo accettato subito.
La partita in questione era tra gli "Hanshin Tigers", squadra di Osaka, e i "Tohoku Rakuten Golden Eagles", una squadra di Sendai, città situata 400 km a nord di Tokyo. La partita si è svolta allo stadio Koshien, che è lo stadio di casa per gli Hanshin Tigers.
Il treno che abbiamo preso per raggiungere lo stadio (vicino a Kobe) era pieno di tifosi come una scatola di sardine, ma nonostante ciò l'atmosfera era tranquilla e gioiosa.
Lungo tutto il breve tratto di strada che porta dalla stazione allo stadio c'erano bancarelle di ogni genere che vendevano gadget e cibo, con l'ormai familiare vociare dei negozianti che continuano imperterriti con i loro "Irasshaimaseeee" :)
Uno degli oggetti più venduti è una coppia di piccole mazze da baseball in plastica leggera, che vengono usate per fare il tifo: c'è n'è davvero per tutti i gusti!


per i baby-fan

Prima di entrare nello stadio i nostri amici ci hanno fornito una maglia della squadra, in modo da sembrare dei veri tifosi... godetevi Ege vestito di un colore diverso dal nero!

Ege e Yasu

Emi e Chie-donna tigre

Dopo aver superato un breve controllo di sicurezza abbiamo finalmente raggiunto i nostri posti e pranzato con un delizioso bento e degli onigiri preparati da Chie. Lo stadio si è riempito velocemente, e all'inizio della partita la vista era questa:


Vedete sulla destra della panoramica una zona di colore rosso? Ecco, quelli erano gli irriducubili tifosi dei Golden Eagles in trasferta.


Ovviamente non c'era alcuna protezione tra le due tifoserie, perché allo stadio come altrove l'ordine regna sovrano.
Al di là della partita in sé, è stato molto interessante osservare svariate stranezze ostentate dai tifosi, come ad esempio "l'uomo tigre" che potete ammirare nelle foto qui sotto.


Quando gli Hanshin Tiger sono in attacco, i tifosi si lanciano in cori "personalizzati" a seconda del giocatore da incitare e seguono precisi ritmi con le mazze di plastica che avete visto sopra. Anche in questo caso ovviamente la coordinazione è assoluta, gestita dai "capi tifoseria" mediante cartelli che indicano cosa cantare, tamburi per il tempo, trombe e fischietti.

Notare l'equilibrio precario e i guanti bianchi "d'ordinanza"

かっとばせ (pronuncia: kattobasé) significa "colpisci la palla" e si canta abbinata al nome del battitore

All'inizio del settimo inning (numero fortunato in Giappone) si ha l'evento clou della partita: il gioco si ferma (!!) per permettere ai tifosi degli Hanshin Tigers di gonfiare migliaia di palloncini colorati e lanciarli in aria come segno di buon augurio. Questa è una tradizione specifica dei tifosi degli Hanshin Tigers, riproposta anche nelle partite fuori casa, escluse quelle contro i Giants a Tokyo. A Tokyo dicono che è per questioni di ordine pubblico, ma noi siamo sicuri che sia riconducibile alla profonda rivalità non solo tra le due squadre, ma tra le due città :) (se volete godervi appieno il video, alzate il volume!)


Alla fine la partita l'hanno vinta i Golden Eagles, ma bisogna dire che noi ci siamo divertiti parecchio!

Al prossimo post.
equadro

2010/06/11

Impariamo l'italiano!

Da circa un mese sto andando regolarmente da un dottore (chiropratico credo, ma non so dare una definizione precisa) per fare dei massaggi alla schiena con l'obiettivo di curare la mia scoliosi. Il dottore in questione, Toyama-sensei, mi è stato consigliato da Nicola, il proprietario della trattoria italiana, in quanto valido professionista e in grado di parlare inglese (cosa non da poco!).
Ieri pomeriggio quando sono andata nel suo studio me lo sono ritrovato di fronte che stava leggendo un libretto per imparare l'italiano.
Il libro in questione fa parte di una collana (noi ne abbiamo un altro numero, dall'inglese al giapponese) pensata principalmente per i turisti, organizzato in schede che trattano diversi argomenti. Incuriosita ho chiesto di poterlo sfogliare: nel complesso è fatto piuttosto bene, con una buona organizzazione per le parti riguardanti il chiedere informazioni su dove si trova un certo edificio, come ordinare al ristorante e fare acquisti, come prenotare una camera d'albergo.
Alcune cose però mi hanno lasciato un po' di amaro in bocca: la presenza di tante frasi per denunciare furti o malfunzionamenti vari o per dire al tassista che il tassametro indica una cifra diversa da quella che lui vi vuole far pagare, certi modi di dire non proprio educati e che vengono proposti come normali, altre frasi invece troppo formali per alcune situazioni e infine alcuni dei personaggi italiani famosi.
Ecco una selezione delle frasi più "utili":
- prendendo il taxi: "Può usare il tassametro, per favore?", "Il conto è diverso dal tassametro", "Tariffa extra";
- in albergo: "l'acqua calda non scende", "il termosifone è rotto", "il condizionatore non funziona", "manca _________";
- in caso di emergenza: "Mi hanno rubato il portafogli", "Il mio bagaglio è stato smarrito", "Mi hanno rubato ______";
- per descrivere le persone, vi lascio ammirare la pagina relativa:

Ora, io mi immagino il povero ragazzo giapponese medio, timido timido, che dopo aver bevuto una decina di birre per prendere coraggio si avvicina alla ragazza italiana e le chiede "Come si chiama Lei?" (con la L maiuscola, si, era scritto proprio così... un pò troppo fantozziano...), e quando decide di giocarsi il tutto per tutto le dice "Sei - turoppo - berra niokka" (abile combinazione delle caselle sopra, con "fonetica giapponese")... povero ragazzo!

Ed ecco le due pagine che trattano i personaggi famosi italiani:



Vedere Enzo Ferrari e Marcello Mastroianni vicini al Gabibbo e alle veline fa un certo effetto...

Inutile dire che la versione giapponese dello stesso libro è molto più seria e, nonostante descriva ogni aspetto della società giapponese (anche i più "strani"), alla fine non fornisce un'immagine del Giappone di cui vergognarsi. Ad esempio queste sono le pagine sui trasporti e su alcuni aspetti della moderna società giapponese:



E' vero che l'Italia di oggi può essere rappresentata a grandi linee dagli aspetti di cui sopra, ed è bene mettere in guardia i turisti giapponesi dalle frodi, ma è anche vero che non c'è solo quello... e se ci crogioliamo nei nostri "simpatici difetti", non ci libereremo mai da alcuni pesanti stereotipi.
Vi saluto con due video presi in rete riguardanti Panzetta Girolamo, personaggio sconosciuto in Italia ma famosissimo in Giappone, che rappresenta lo stereotipo dell'italiano secondo i giapponesi. Video 1 Video 2

Al prossimo post!
emi

2010/05/10

Hanami paatii

E' passato un mese dall'ultimo post sul festival della neve, e ancora non vi abbiamo aggiornati sulla fioritura dei ciliegi, che peraltro è passata da un pezzo....
Gomennasai! m(._.)m
Essendo questa la nostra prima primavera in Giappone tutti i nostri nuovi amici si sono prodigati nel consigliarci giorni e luoghi per poter ammirare la fioritura al meglio.
Il risultato è stato che abbiamo fatto ben tre "Hanami party" (letto alla giapponese: hanami paatii).
In questa occasione credo che non sia necessario raccontare molto, le fotografie sono le protagoniste, quindi non mi dilungherò.

Per il primo siamo stati invitati da degli amici russi a Nakamozu, un poco più a sud rispetto a dove abitiamo. Il party era all'interno del campus di un'università, organizzato da un'associazione che tiene corsi di giapponese per stranieri.

un viale dell'università

A questo link trovate l'album relativo su Picasa.

Il secondo party è durato una giornata intera ed è consistito in una escursione con Chieko-sensei (la nostra insegnante di giapponese e buona amica) al monte Yoshino e all'Ishibutai Kofun a Asuka, entrambi a sud di Nara.

sul monte Yoshino

Ishibutai kofun

A questi link gli album completi di Yoshino e di Asuka.

Il terzo è stato un party "di lavoro", organizzato dal titolare di una piccola ditta che collabora con il capo di Ege, al quale hanno partecipato le persone che lavorano nel gruppo di Ege con in alcuni casi le rispettive famiglie e qualche amico.


A questo link l'album completo.

Al prossimo post!
Emi

Lavori in corso #2

In un precedente post vi abbiamo mostrato la gamma di colori utilizzata in Giappone per i mezzi da lavoro, che si discosta notevolmente dagli standard italiani.
Pensavamo di aver visto a sufficienza, e invece... vicino alla guest house stanno costruendo una palazzina, e guardate un pò che autobetoniera si è fermata un giorno..


Ora, a parte il frontale tutto cromato e lucido come uno specchio e il rosa della carrozzeria, avete notato cosa c'è sulla betoniera?


Eh, si, è proprio Kitty-chan (i giapponesi la chiamano così in modo affettuoso..) all'incirca in questa posa:


Non è un'amore?
Alla prossima!
Emi

Le foto anche stavolta lasciano un pò a desiderare, essendo state fatte col telefono...

2010/04/09

Tokamachi yuki matsuri

Come ci ha giustamente ricordato Lisa nel suo commento al nostro ultimo post, ormai è arrivata la primavera e quindi è tempo di fioritura dei ciliegi. Io però sono un po' indietro con i resoconti e vorrei fare un salto indietro per poter chiudere il capitolo invernale.
Yoshida-san, un collega di Ege, è originario di una cittadina vicino a Niigata (ne avete già sentito parlare nel post su Nanami-san) che si chiama Tokamachi. Ogni anno, il terzo fine settimana di febbraio, a Tokamachi si svolge il Festival della Neve (in giapponese yuki matsuri), e lui per l'occasione va a trovare la famiglia. Quest'anno ci ha proposto di unirci a lui e alcuni suoi amici per un fine settimana lampo in mezzo alla neve.
La permanenza è stata breve, ma ci ha permesso comunque di goderci l'atmosfera.
Siamo partiti il venerdì sera da casa di Yoshida-san sulla monovolume a 7 posti del suo amico, abbiamo viaggiato per circa 7 ore con Yoshida-san e il suo amico che si alternavano al volante e siamo arrivati a Tokamachi alle 5 del mattino. Lì i genitori ci hanno offerto subito la colazione e poi siamo andati a dormire fino alle 9 del mattino. Durante la giornata abbiamo avuto modo di visitare il festival e ammirare le splendide sculture di neve. Eccone alcune:


ehm, si, ecco... magari questa non è proprio un'opera d'arte..

l'ingresso di una sala da the creata per l'occasione

l'interno della sala da the

scultura dedicata al campione di sumo Asashoryu, recentemente ritiratosi

Proseguendo il giro per la piccola cittadina, Yoshida-san ci ha mostrato una strada della quale ci aveva parlato in precedenza e che si chiama Como Dori, ovvero Via Como. Ci ha raccontato che fin da quando era bambino sapeva che in Italia c'era una città che si chiamava Como, ma non sapeva perchè ci fosse questa strada chiamata così. Tornati a casa ho fatto qualche ricerca e ho scoperto che le due città sono gemellate dal 1975 (fonte), e il motivo del gemellaggio è che entrambe sono rinomate per la produzione di seta (fonte). Nel 2005, in occasione del trentesimo anniversario del gemellaggio, da Como è partita una spedizione composta da due fuoristrada che hanno compiuto un viaggio di 18000 chilometri in tre mesi (trovate un pò di appunti di viaggio qui).

una panoramica di Como Dori

una vista di Como esposta lungo la strada (un pò datata, ma comunque d'impatto)

E così ho finalmente realizzato che anche a Como c'è una via dedicata alla città giapponese, che si chiama appunto Viale Tokamachi ed è la scalinata che sale in stazione di Como San Giovanni, dove c'è la scultura delle "manone"! E mi viene da ridere, perchè ogni volta che siamo passati di lì per andare al sushi bar (per di più!) io ed Ege ci siamo sempre chiesti che nome fosse!
Nel tardo pomeriggio siamo andati a prendere due degli amici di Yoshida-san, che avevano trascorso la giornata sulle piste da sci. Anche solo fare un piccolo tragitto in macchina diventa un'esperienza fuori dal comune!


Dopo una cena con hegi soba come piatto forte (spaghetti di grano saraceno serviti freddi su un vassoio di legno, già divisi in bocconi - potete vedere una fotografia qui), siamo andati ad assistere ad uno degli spettacoli in programma per il festival. Come scenografia per il palco ogni anno viene realizzata una scultura di neve gigantesca (nel 2005, in occasione della spedizione comasca, è stato riprodotto il Duomo di Como). Questa è stata la scenografia di quest'anno:

Abbiamo assistito al concerto di Misato Watanabe con grande sorpresa del pubblico che non sapeva fino alla sua entrata sul palco che si sarebbe esibita. A parte le canzoni che non conoscevamo e quindi non abbiamo potuto apprezzare più di tanto, siamo rimasti senza parole per il fatto che ha cantato per un'ora buona sotto la neve, senza nessuna tettoia che la proteggesse e senza mai mostrare segni di essere infastidita dalla cosa. Siamo convinti che in Italia nessuno, ma proprio nessuno sarebbe disposto a cantare o suonare in quelle condizioni. Quindi tanti complimenti a Misato che si è presentata con i tacchi(!), il cappotto slacciato e un'acconciatura elaborata che ha dovuto cedere alla neve!


Dopo il concerto siamo andati tutti insieme all'onsen (le terme) per riscaldarci e prepararci per la notte. E' stata la nostra prima esperienza in un onsen e non avevo idea di cosa fare, ma fortunatamente la mamma e le amiche di Yoshida (uomini e donne vanno in sale separate) mi hanno aiutata.
Tornati a casa abbiamo dormito come ghiri fino al mattino dopo, quando siamo dovuti ripartire alla volta di Osaka.
La permanenza è stata breve, ma molto piacevole, ed è stato davvero strano ritrovarsi a passeggiare in Via Como dall'altra parte del mondo! Ma nonostante i richiami all'Italia, persino i pupazzi di neve ti ricordano che sei in un posto completamente diverso...


Se volete, potete vedere altre fotografie sul nostro album di Picasa.
Al prossimo post, con la fioritura dei ciliegi!

2010/03/31

Tempo di saldi

Ecco un altro paio di video dal repertorio prodotto durante la permanenza di Giulia in Giappone. Era talmente stupita dalle urla delle commesse fuori dai negozi per attirare i clienti che ha deciso di riprendere un breve percorso all'interno dell'HEP Five, uno dei più famosi centri commerciali di Umeda. Anche il centro commerciale stesso merita un paio di foto, perché con la sua ruota panoramica incastonata all'ultimo piano (!) è diventato una componente fondamentale dei panorami notturni e diurni sulla città (potete infatti vederla anche qui).

l'HEP Five visto di fronte

i giganteschi capodogli che accolgono i visitatori all'ingresso

Ed ecco i video! Raccomandiamo di alzare l'audio del PC per immergersi appieno nell'atmosfera e di notare alla fine del primo video l'elegante signora in kimono. :)



I video si riferiscono al periodo di Natale, ma anche in questi giorni stiamo sperimentando un po' di frenesia da saldi, indotti dall'inizio del nuovo anno fiscale (nonché scolastico).

equadro

2010/03/11

Nanami san, ganbatte kudasai!

Ieri pomeriggio ero a Namba con Chieko sensei (la nostra insegnante di giapponese) e abbiamo fatto un incontro piuttosto inusuale. L'inizio sarebbe un pò più complicato ma ve lo faccio semplice.
Siamo state fermate da un ragazzo armato di blocco da disegno e uniposca che ci ha chiesto se lo potevamo aiutare nel preparare un regalo per una sua amica: questa amica, che si chiama Nanami, ha appena trovato lavoro e lui le vuole fare un regalo di incoraggiamento.
Il regalo consiste nel realizzare un album composto dai messaggi che le persone che lui ferma accettano di scrivere per Nanami e dalle fotografie di queste persone mentre mostrano il loro messaggio. Ci ha anche mostrato delle fotografie già scattate per dimostrarci che non era una presa in giro.
Il suo obiettivo è di arrivare a 77 messaggi, e ieri era già arrivato a circa 60.
La cosa più sconvolgente di tutte però è che il baldo giovane è originario di Niigata, studia a Tokyo ed è venuto ad Osaka solo per questo motivo!
Ecco una foto che lo ritrae mentre mostra il messaggio che abbiamo scritto io e Chieko sensei.

E per farvi capire perchè mi abbia colpito così tanto ecco una cartina dove sono evidenziate in verde Niigata (la città d'origine del ragazzo), in azzurro Tokyo (dove studia), e in rosso Osaka.


Essendo un giovane ragazzo giapponese (giovane davvero, 23 anni!) non ha detto niente, ma a me sembra evidente che sia innamorato perso di Nanami.. Magari poi mi sbaglio, ma spero che questo lo aiuti sia a incoraggiare Nanami che a farsi vedere da lei sotto una luce diversa.
がんばってね !
emi

H&M Osaka

La settimana scorsa, precisamente il 6 marzo, qui a Osaka ha aperto il primo negozio H&M della città, settimo in Giappone e duemillesimo della catena. Sono passata lì davanti ieri pomeriggio e nonostante la pioggia e il freddo (tornati prepotentemente dopo un falso annuncio di primavera) c'era una coda lunghissima di persone in attesa di entrare in piccoli gruppetti. La fila era gestita in modo perfetto da alcuni addetti in divisa, e come sempre i giapponesi mi stupiscono per la loro pazienza, la perfetta organizzazione e per il fatto che nessuno cerca mai di fare il furbo e passare davanti agli altri. Ecco un piccolo video a riguardo


Emi

2010/02/28

Allarme Tsunami

Stamattina siamo stati svegliati dai nostri cellulari che hanno ricevuto alle 9:30 una mail di allerta per il rischio tsunami. Ci siamo alzati e dopo una veloce ricerca su Google abbiamo saputo del devastante terremoto in Cile, preceduto e seguito da due scosse in Giappone, nell'isola di Ryukyu, vicino a Okinawa.

uno screenshot dal sito del INGV mostra le scosse in Cile

uno altro screenshot dell'INGV mostra le scosse in Giappone

Tutti i canali televisivi che riusciamo a ricevere mostrano in sovraimpressione su qualunque programma (comprese le Olimpiadi) una cartina del Giappone con le coste a rischio evidenziate in diversi colori. La NHK in questo momento sta mandando a ripetizione annunci in giapponese, inglese, cinese e portoghese indicando le coste a rischio e l'altezza prevista delle onde (3 metri per le coste più esposte, 1 metro per le coste interne, come Osaka).
Al telegiornale hanno mostrato le operazioni di allertamento e mitigazione, tra cui evacuazione di alcuni centri abitati, chiusura di enormi paratie sulle coste e poliziotti che pattugliano le coste per avvisare la popolazione. Stiamo sentendo ora dalla voce inglese che questo è il primo "major warning" per tsunami da 17 anni a questa parte.
Ecco una fotografia del televisore sintonizzato sulla NHK.


E' la prima volta che assistiamo ad una situazione di allarme come questa, e bisogna dire che la reazione giapponese sembra alquanto efficiente (come è lecito aspettarsi).
Questo ci ricorda anche che da bravi italiani non abbiamo ancora preparato lo zaino per le emergenze in caso di terremoto.... sarà il caso di provvedere in fretta!

In caso di ulteriori sviluppi vi terremo aggiornati.
equadro

AGGIORNAMENTO (ore 19:00 locali): Ci sono state onde di 1,20 metri nella prefettura di Iwate, nella zona più a nord dell'Honshu, l'isola principale del Giappone. 320.000 persone sono state evacuate in precedenza, e non ci sono feriti o vittime (fonte).

AGGIORNAMENTO 2 (02 marzo 2010): scusate, non abbiamo più dato notizie... L'allarme tsunami è rimasto per tutta domenica, e lunedì mattina una nuova mail ci ha informati che tutto era rientrato. Da casa ci chiedono se abbiamo sentito delle scosse, (ce ne sono state nelle Filippine e al largo del Giappone), ma fortunatamente qui è tutto tranquillo.

2010/02/23

Himeji - L'ultimo Samurai tour

Domenica scorsa siamo stati invitati a Himeji per visitare il castello (Patrimonio dell'umanità, protetto dall'UNESCO) e il Tempio Engyoji sul monte Shosha, dove sono state girate delle scene del film "L'ultimo Samurai" con Ken Watanabe, Tom Cruise, Hiroyuki Sanada e Koyuki.
Il castello di Himeji è stato la prima tappa della giornata: questa è la vista che ci ha accolti appena scesi dalla macchina e usciti dal parcheggio.

All'interno del primo cerchio di mura si trova un parco, molto frequentato in primavera perchè pieno di alberi di ciliegio: provate a immaginarvi lo spiazzo enorme che vedete qui sotto tutto rosa e blu elettrico (il rosa dei fiori, ovviamente, il blu elettrico dei teli che si stendono per terra per il pic nic) e un sacco di gente che mangia, beve e fa il karaoke!

l'ingresso del parco

il parco visto dal castello

Il percorso per raggiungere l'edificio principale è piuttosto ingarbugliato, e si attraversano almeno altri 4 cerchi di mura. Può capitare di incontrare un ninja armato di katana che fa "swinn swinn" che colpisce visitatori a caso e si dilegua nel giro di tre secondi, tempo insufficiente per riprendersi dalla sorpresa e cercare di fotografarlo... (scusate..)
All'ingresso dell'edificio principale tutti si devono togliere le scarpe (che si mettono in un sacchetto di plastica e ci si porta appresso durante la visita) e indossare delle pantofole in modo da non rovinare i pavimenti.
Il castello infatti non è una ricostruzione in cemento come spesso capita qui in Giappone, ma la struttura è ancora l'originale in legno.

le grandi tavole in legno dei pavimenti


armature in esposizione

Il castello da aprile verrà chiuso per lavori di restauro, durante i quali verrà smontato pezzo per pezzo e poi riassemblato. Cercheremo di fare un'altra visita per la fioritura dei ciliegi, speriamo di farcela!
La nostra visita è proseguita nei giardini Koko-en, costruiti nel 1992 a fianco del castello nell'area che era la residenza ovest del signore. Il giardino è composto da 9 giardini separati, la cui pianta rispecchia quella della residenza del signore e dei samurai nel periodo Edo.
L'inverno non è il momento migliore per visitarli, ma ci si delizia comunque la vista e viene voglia di tornare in primavera :)


un meraviglioso bonsai esposto

panoramica di uno dei giardini

Dopo i giardini il tour è proseguito verso il monte Shosha, sul quale si trova il tempio Shoshazan-Engyoji. Avete presente la residenza di Katsumoto (Watanabe), dove Algren (Cruise) viene condotto ogni volta che deve parlare con lui? Ecco, proprio quella.
Per raggiungere la cima della montagna si prende una funivia e poi dall'ingresso del complesso si cammina per circa 20 minuti (in alternativa è possibile prendere un bus). Ecco la salita in funivia (attenzione a chi soffre di vertigini)


Lungo il percorso che conduce ai vari edifici del complesso ci sono diverse statue raffiguranti divinità: una statua in particolare, raffigurante il Buddha, è stata usata in una scena del film.


Proseguendo lungo il percorso si arriva al Maniden, un tempio piuttosto grande costruito su una piattaforma il legno dello stesso tipo del tempio Kiyomizu-dera di Kyoto. Sfortunatamente l'originale è bruciato nel 1921, e ciò che si vede adesso è una ricostruzione del 1932.

portale alla fine del primo sentiero

il Maniden

piuttosto imponente, vero?

E finalmente si arriva ai tre edifici disposti a "C" usati come residenza di Katsumoto. Non si tratta di templi, ma di edifici destinati alla formazione dei monaci e auditorium. Le strutture in legno sono state smontate e riassemblate negli anni '50 e '60, ma restano comunque le originali.

a sinistra il Jogyodo, al centro il Jikido, a destra il Daikodo

il porticato del Jogyodo (a sinistra nella panoramica sopra)

una scena del film "L'ultimo Samurai" (fonte)

l'interno del Jikido (edificio al centro)

vista dal secondo piano del Jikido (edificio al centro) sulla corte

il giardinetto che si vede tra i due edifici nella panoramica sopra fa da sfondo a questa scena del film (fonte)

un'altra scena del film (fonte)

La giornata si è conclusa con una cena a casa di Hayashi-san, che ci ha invitati e portati in giro tutto il giorno, seguita da una visione di gruppo de "L'ultimo Samurai" per apprezzare ancora una volta i bellissimi luoghi (e il film, che mi piace tantissimo).

林さん, ありがとうございました!

Al prossimo post
emi

P.S.: per chi fosse interessato ecco una pagina di Wikipedia su Saigō Takamori a cui il film è ispirato.