E' la solita frase banale, lo so, ma è proprio vero che il tempo vola, e infatti sono già passati due anni dal nostro sbarco in Giappone il primo settembre del 2009...
Ricordo perfettamente le ore di attesa negli aereoporti di transito, la lotteria prima di salire sull'aereo dell'ANA che stava per compiere il suo ultimo viaggio (prima del pensionamento... non è precipitato subito dopo!), lo stordimento durante il viaggio in bus e taxi dall'aereoporto alla guest house, con la bocca aperta e gli occhi sgranati che cercavano di captare più cose possibili dal finestrino, la prima cena con il capo di Ege, venuto a prenderci all'aereoporto, in un ristorante di sushi dove il menu era scritto tutto a mano senza una foto, la prima volta in un konbini per comprare la colazione per il giorno dopo..
Ricordo perfettamente le ore di attesa negli aereoporti di transito, la lotteria prima di salire sull'aereo dell'ANA che stava per compiere il suo ultimo viaggio (prima del pensionamento... non è precipitato subito dopo!), lo stordimento durante il viaggio in bus e taxi dall'aereoporto alla guest house, con la bocca aperta e gli occhi sgranati che cercavano di captare più cose possibili dal finestrino, la prima cena con il capo di Ege, venuto a prenderci all'aereoporto, in un ristorante di sushi dove il menu era scritto tutto a mano senza una foto, la prima volta in un konbini per comprare la colazione per il giorno dopo..
l'arrivo all'aereoporto di Narita
E poi il pianto della prima notte, il rendersi conto per davvero che tutte le persone amiche sono dall'altra parte del mondo, il jet-lag che non ti lascia dormire fino alle 5 del mattino, la prima spesa al supermercato con Sachiko-san lasciando fare tutto a lei perchè non riesci a leggere niente sulle confezioni, e i nostri vicini della guest house Nicolas e Geraldine che ci mostrano i dintorni...Ma poi i giorni passano e inizi a riconoscere le strade, cominci a esplorare la città, prendi la metropolitana per la prima volta, inizi a capire in quali negozi andare, ti rendi conto che sei riuscito a leggere la tua prima insegna in giapponese (in realtà non era niente di che, era solo "sigarette" scritto in hiragana), inizi timidamente a dire qualche parola in giapponese, e i giapponesi ti sorridono sempre..
era davvero solo "sigarette"...
Dopo due anni tante cose sono cambiate: abbiamo fatto due traslochi, l'ultimo all'inizio di agosto, spostandoci da Osaka a Hirakata, città di solo 400.000 abitanti (Osaka ne ha circa 2.600.000, Como quasi 85.000 e Brescia quasi 200.000), più comoda per il nuovo lavoro di Ege e anche per il mio.
l'esterno della casa nuova (fonte: Google Street View)
Il lavoro appunto, con Ege che ha interrotto la borsa di studio JSPS e ha iniziato a lavorare all'Università di Kyoto, e io che ho trovato un part-time in una scuola di italiano a Kyoto.
E poi gli amici, in due anni abbiamo conosciuto tantissime persone, giapponesi e non, che ci hanno aiutato e ci aiutano in molte occasioni, ci hanno insegnato tanto e con i quali abbiamo condiviso tante esperienze. Adesso le persone amiche non sono più solo dall'altra parte del mondo, ma ce ne sono anche qui :) Ed è soprattutto grazie a loro che ci siamo sentiti e ci sentiamo a casa.
E poi gli amici, in due anni abbiamo conosciuto tantissime persone, giapponesi e non, che ci hanno aiutato e ci aiutano in molte occasioni, ci hanno insegnato tanto e con i quali abbiamo condiviso tante esperienze. Adesso le persone amiche non sono più solo dall'altra parte del mondo, ma ce ne sono anche qui :) Ed è soprattutto grazie a loro che ci siamo sentiti e ci sentiamo a casa.
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