2010/06/26

Kattobaseee!

Come molti di voi sapranno, in Giappone uno degli sport più popolari è il baseball, seguito da tantissime persone e praticato credo in quasi tutte le scuole del paese.
Dato che in Italia invece il baseball è decisamente in secondo piano, quando due nostri amici ci hanno invitato ad assistere ad una partita abbiamo accettato subito.
La partita in questione era tra gli "Hanshin Tigers", squadra di Osaka, e i "Tohoku Rakuten Golden Eagles", una squadra di Sendai, città situata 400 km a nord di Tokyo. La partita si è svolta allo stadio Koshien, che è lo stadio di casa per gli Hanshin Tigers.
Il treno che abbiamo preso per raggiungere lo stadio (vicino a Kobe) era pieno di tifosi come una scatola di sardine, ma nonostante ciò l'atmosfera era tranquilla e gioiosa.
Lungo tutto il breve tratto di strada che porta dalla stazione allo stadio c'erano bancarelle di ogni genere che vendevano gadget e cibo, con l'ormai familiare vociare dei negozianti che continuano imperterriti con i loro "Irasshaimaseeee" :)
Uno degli oggetti più venduti è una coppia di piccole mazze da baseball in plastica leggera, che vengono usate per fare il tifo: c'è n'è davvero per tutti i gusti!


per i baby-fan

Prima di entrare nello stadio i nostri amici ci hanno fornito una maglia della squadra, in modo da sembrare dei veri tifosi... godetevi Ege vestito di un colore diverso dal nero!

Ege e Yasu

Emi e Chie-donna tigre

Dopo aver superato un breve controllo di sicurezza abbiamo finalmente raggiunto i nostri posti e pranzato con un delizioso bento e degli onigiri preparati da Chie. Lo stadio si è riempito velocemente, e all'inizio della partita la vista era questa:


Vedete sulla destra della panoramica una zona di colore rosso? Ecco, quelli erano gli irriducubili tifosi dei Golden Eagles in trasferta.


Ovviamente non c'era alcuna protezione tra le due tifoserie, perché allo stadio come altrove l'ordine regna sovrano.
Al di là della partita in sé, è stato molto interessante osservare svariate stranezze ostentate dai tifosi, come ad esempio "l'uomo tigre" che potete ammirare nelle foto qui sotto.


Quando gli Hanshin Tiger sono in attacco, i tifosi si lanciano in cori "personalizzati" a seconda del giocatore da incitare e seguono precisi ritmi con le mazze di plastica che avete visto sopra. Anche in questo caso ovviamente la coordinazione è assoluta, gestita dai "capi tifoseria" mediante cartelli che indicano cosa cantare, tamburi per il tempo, trombe e fischietti.

Notare l'equilibrio precario e i guanti bianchi "d'ordinanza"

かっとばせ (pronuncia: kattobasé) significa "colpisci la palla" e si canta abbinata al nome del battitore

All'inizio del settimo inning (numero fortunato in Giappone) si ha l'evento clou della partita: il gioco si ferma (!!) per permettere ai tifosi degli Hanshin Tigers di gonfiare migliaia di palloncini colorati e lanciarli in aria come segno di buon augurio. Questa è una tradizione specifica dei tifosi degli Hanshin Tigers, riproposta anche nelle partite fuori casa, escluse quelle contro i Giants a Tokyo. A Tokyo dicono che è per questioni di ordine pubblico, ma noi siamo sicuri che sia riconducibile alla profonda rivalità non solo tra le due squadre, ma tra le due città :) (se volete godervi appieno il video, alzate il volume!)


Alla fine la partita l'hanno vinta i Golden Eagles, ma bisogna dire che noi ci siamo divertiti parecchio!

Al prossimo post.
equadro

2010/06/11

Impariamo l'italiano!

Da circa un mese sto andando regolarmente da un dottore (chiropratico credo, ma non so dare una definizione precisa) per fare dei massaggi alla schiena con l'obiettivo di curare la mia scoliosi. Il dottore in questione, Toyama-sensei, mi è stato consigliato da Nicola, il proprietario della trattoria italiana, in quanto valido professionista e in grado di parlare inglese (cosa non da poco!).
Ieri pomeriggio quando sono andata nel suo studio me lo sono ritrovato di fronte che stava leggendo un libretto per imparare l'italiano.
Il libro in questione fa parte di una collana (noi ne abbiamo un altro numero, dall'inglese al giapponese) pensata principalmente per i turisti, organizzato in schede che trattano diversi argomenti. Incuriosita ho chiesto di poterlo sfogliare: nel complesso è fatto piuttosto bene, con una buona organizzazione per le parti riguardanti il chiedere informazioni su dove si trova un certo edificio, come ordinare al ristorante e fare acquisti, come prenotare una camera d'albergo.
Alcune cose però mi hanno lasciato un po' di amaro in bocca: la presenza di tante frasi per denunciare furti o malfunzionamenti vari o per dire al tassista che il tassametro indica una cifra diversa da quella che lui vi vuole far pagare, certi modi di dire non proprio educati e che vengono proposti come normali, altre frasi invece troppo formali per alcune situazioni e infine alcuni dei personaggi italiani famosi.
Ecco una selezione delle frasi più "utili":
- prendendo il taxi: "Può usare il tassametro, per favore?", "Il conto è diverso dal tassametro", "Tariffa extra";
- in albergo: "l'acqua calda non scende", "il termosifone è rotto", "il condizionatore non funziona", "manca _________";
- in caso di emergenza: "Mi hanno rubato il portafogli", "Il mio bagaglio è stato smarrito", "Mi hanno rubato ______";
- per descrivere le persone, vi lascio ammirare la pagina relativa:

Ora, io mi immagino il povero ragazzo giapponese medio, timido timido, che dopo aver bevuto una decina di birre per prendere coraggio si avvicina alla ragazza italiana e le chiede "Come si chiama Lei?" (con la L maiuscola, si, era scritto proprio così... un pò troppo fantozziano...), e quando decide di giocarsi il tutto per tutto le dice "Sei - turoppo - berra niokka" (abile combinazione delle caselle sopra, con "fonetica giapponese")... povero ragazzo!

Ed ecco le due pagine che trattano i personaggi famosi italiani:



Vedere Enzo Ferrari e Marcello Mastroianni vicini al Gabibbo e alle veline fa un certo effetto...

Inutile dire che la versione giapponese dello stesso libro è molto più seria e, nonostante descriva ogni aspetto della società giapponese (anche i più "strani"), alla fine non fornisce un'immagine del Giappone di cui vergognarsi. Ad esempio queste sono le pagine sui trasporti e su alcuni aspetti della moderna società giapponese:



E' vero che l'Italia di oggi può essere rappresentata a grandi linee dagli aspetti di cui sopra, ed è bene mettere in guardia i turisti giapponesi dalle frodi, ma è anche vero che non c'è solo quello... e se ci crogioliamo nei nostri "simpatici difetti", non ci libereremo mai da alcuni pesanti stereotipi.
Vi saluto con due video presi in rete riguardanti Panzetta Girolamo, personaggio sconosciuto in Italia ma famosissimo in Giappone, che rappresenta lo stereotipo dell'italiano secondo i giapponesi. Video 1 Video 2

Al prossimo post!
emi